Quanto si può prelevare in contanti dal conto corrente

Come ormai ci è ben chiaro, tutte le volte che su di un conto corrente viene effettuato un versamento in contanti, le autorità competenti avrebbero la facoltà di poter fare richiesta dei documenti giustificativi per conoscere sia le origini che i motivi delle operazioni.

Al contrario, ciò diviene pressoché impossibile nel caso in cui dal conto corrente vengano effettuati dei prelevamenti.

I suddetti aspetti sono derivanti dal fatto che:

  • nel primo caso si tratta della disciplina per contrastare il riciclaggio;
  • nel secondo caso si tratta della normativa di natura fiscale.

Occorre, però, tenere presente che esistono delle limitazioni al prelevamento del contante dal conto corrente.

Nel prosieguo della presente informativa verranno presi in esame:

  • l’esistenza dei limiti;
  • l’ammontare di contante che può essere prelevato dal conto corrente in un mese.

Le normative sull’utilizzo dei contanti

Pressoché da trent’anni i vari Consigli dei Ministri che si sono succeduti alla guida del Paese attraverso l’emanazione di varie normative hanno gradualmente diminuito il limite per i pagamenti in contanti.

Dai 10.329,14 euro, pari a 20.000.000 di lire, del Decreto Legge n. 143 del 3 maggio 1991, si è giunti all’attuale limite massimo di 1.999,99 euro agli scambi tra soggetti diversi.

Il suddetto limite rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2021, infatti, dal 1 gennaio 2022, il limite verrà ulteriormente abbassato e scenderà a 999,99 euro.

Riassumendo, dall’inizio del prossimo anno, nessuna transazione economica effettuata in contanti potrà avere un valore pari o superiore a 1.000,00 euro senza che sia fatto utilizzo di sistemi di pagamento tracciabili.

Il sopraindicato limite per le transazioni economiche non deve essere scambiato e neppure va ad influire sul limite di prelevamento dal conto corrente che può essere di importo maggiore e che può essere concordato con l’Istituto presso il quale si ha il proprio conto corrente.

I limiti ai prelevamenti di contanti

In base a quanto stabilito dalla normativa in materia di antiriciclaggio e di contrasto alla criminalità organizzata, l’Istituto svolge una costante osservazione dell’importo totale dei prelevamenti effettuati dal proprio correntista e nel caso in cui venga superata la soglia di 10.000,00 euro nell’arco dello stesso mese è obbligato a richiedere dei chiarimenti al riguardo.

Ciò non sta a significare che può essere attivato un blocco e neppure si può trattare di un divieto ma in alcuni casi l’agenzia dell’Istituto potrebbe decidere di effettuare la segnalazione dell’avvenuto superamento del limite alla propria direzione centrale, la quale a sua volta potrebbe effettuare le opportune valutazioni e procedere e dare informazione alla Unità di Informazione Finanziaria, in tale ipotesi di tratterebbe di Segnalazioni di Operazioni Sospette (S.O.S.).

Solamente nei casi realmente sospetti l’Unità di informazione Finanziaria potrebbe decidere se darne informazione alla Procura della Repubblica competente per territorio, la quale a sua volta stabilirà se dare inizio alle indagini.

Prelievo contanti

Le varie iniziative per limitare l’utilizzo dei contanti

Negli ultimi periodi, ed in modo particolare attraverso il cashless, per favorire l’utilizzazione della moneta elettronica al posto dei contanti, oltre alla diminuzione del limite all’utilizzo dei contanti, molteplici sono state le iniziative allo scopo di incoraggiare la riduzione dell’utilizzazione del contante tra i quali il cashback, il super-cashback, il credito d’imposta e la lotteria degli scontrini.

Ai soli fini statistici si può rilevare che il valore del contante in circolazione nel nostro Paese è aumentato di circa il 63% tra l’anno 2008 e l’anno 2019, con il raggiungimento del valore di 208,4 miliardi di euro.

Il costante aumento del contante in circolazione

Al termine di una ricerca sui pagamenti del futuro un primario Istituto Bancario tedesco ha diffuso un comunicato che di seguito viene riassunto: “Aumenta sempre di più la quantità di contante in circolazione e con la pandemia ha fatto boom per cui non crediamo che il contane sia destinato a scomparire, nonostante se ne preveda la fine da oltre 50 anni. Tra i consumatori, il contante resta il Re, infatti è considerato una riserva di valore e un rifugio sicuro”.

Inoltre, sulla base di un sondaggio gestito dalla Banca stessa presso 3.600 persone in Germania, in Italia, in Francia, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti ed in Cina, per un terzo degli europei e degli americani il contante rimane il metodo di pagamento preferito. 

Recentemente, la Banca Centrale Europea ha diffuso una nota con la quale dà comunicazione:

  • che la circolazione delle banconote in euro è cresciuta del 12% nell’ultimo anno;
  • sul tasso di crescita è il più alto in un decennio e più del doppio del tasso di crescita dell’anno 2019;
  • che questa crescita record può essere attribuita in parte alle misure di bilancio straordinarie emanate da parte dei vari Governi per dare sostegno all’economia e che hanno portato a tassi di risparmio più elevati.

Anche nel 2021 sta aumentando l’utilizzo del contante

In Italia il valore del contante in circolazione nel mese di maggio 2021 ha superato i 245 miliardi di euro, anche se può apparire strano i dati inconfutabili e reali confermano che aumenta il contante in circolazione.

In molti erano convinti che la pandemia avrebbe contribuito ad accelerare il processo di digitalizzazione in tutti gli ambiti, e quindi anche in quello relativo ai pagamenti.

Infatti, si credeva che il timore del contagio e la permanenza obbligata in casa avrebbero favorito l’utilizzazione dell’e-commerce piuttosto che l’acquisto fisico ed il maggiore utilizzo della carta di credito, della carta di debito o del bancomat piuttosto che l’uso del contante.

In effetti gli acquisti on line, anche di prodotti alimentari, hanno registrato una cresciuta rilevante, così come i pagamenti su Pos, che nel 2° semestre 2020 sono aumentati del 6,6%,  in base ai dati forniti dalla Banca d’Italia.

Tuttavia le banconote fisiche risultano tutt’altro che lasciate da parte.

La pandemia ha incrementato l’utilizzo del contante

I recenti dati della Banca d’Italia indicano che negli anni 2020 e 2021 il contante in circolazione, ossia i biglietti di banca e le monete in possesso del pubblico, abbiano registrato una crescita maggiore di quanto avessero fatto precedentemente.

Come già detto in precedenza, il loro valore nel mese di maggio 2021 ha raggiunto i 245 miliardi e 474 milioni, facendo registrare un aumento di ben l’8,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2020.

In tutto l’anno 2019 l’incremento era stato solamente dell’1,7%, percentuale che è stata oltrepassata in soli 5 mesi nell’anno 2021, in cui il valore di tutto il contante è divenuto superiore di quello di dicembre 2020 del 3,3%.

Il primato dei contanti è stato raggiunto nel mese di marzo dell’anno 2021, ossia il mese di massima emergenza, quando in 31 giorni il valore del contante in circolazione ha fatto un incremento di ben 6 miliardi e 73 milioni, mentre prima della pandemia non aumentava in media di oltre 2 miliardi mensili.

Prelievo contanti bancomat

L’insicurezza quale conseguenza del maggiore utilizzo del contante

In realtà si tratta di un accadimento che ha coinvolto l’intera area dell’euro.

In base ai dati della Banca Centrale Europea nel corso dell’anno 2020 il valore del contante in circolazione è passato da 1.293 a 1.435 miliardi con un aumento dell’11%, in raffronto ad una media del 5% degli anni precedenti.

Di conseguenza in Italia, nello stesso periodo, l’aumento del 12,2% si presenta in linea con tale tendenza, che peraltro risulta essere collegata con l’aumento di altri aggregati monetari, quali l’M1, che oltre alle banconote ed alle monete comprende anche i depositi bancari, che risulta aumentato del 16,4% a livello annuale nel mese di gennaio 2021.

Il tutto sebbene in Italia sia in vigore un limite all’utilizzo del contante che, fino al 31 dicembre 2021, è di 1.999,99 euro per ogni singola transazione.

Anche in vari altri Paesi europei sono previsti dei limiti all’utilizzo del contante, anche se per importi maggiori rispetto a quelli dell’Italia.

Le misure dei sostegni da parte dei Governi, sia di quello italiano che degli altri, così come il risparmio forzato che ha riguardato moltissime delle persone che si sono trovati costretti a consumare meno del consueto, hanno prodotto un effetto ricchezza che si è manifestato, in parte, nella maggiore disponibilità di denaro.

Tuttavia quanto sopra può giustificare solamente in parte l’incremento di utilizzo del contante, tenendo in considerazione che in ogni caso non si può parlare realmente di utilizzo, quanto invece di possesso del contante.

Inoltre sembra proprio che le banconote in possesso degli italiani e degli europei siano state prelevate dagli sportelli automatici non soltanto per il fatto che nei conti correnti era presente una maggiore disponibilità, e non tanto per poi procedere ad utilizzarle, ma anche e principalmente per motivi prudenziali.

In fin dei conti sappiamo che si tratta di una vecchia consuetudine quella di accantonare riserve nei periodi di belligeranza, di recessione, oppure, come attualmente, di pandemia.

Infatti, non c’è da stupirsi che è proprio in concomitanza delle ondate più rilevanti del contagio che si è potuto rilevare un incremento di affluenza agli sportelli automatici.

Il rapporto tra i prelevamenti agli sportelli automatici e l’utilizzo del contante

La Banca d’Italia evidenzia che sia nella primavera che nell’autunno dell’anno 2020 si sia verificato un aumento del valore medio dei prelevamenti effettuati presso gli sportelli automatici nel nostro territorio, e nello specifico si hanno i dati di seguito indicati: 

  • un incremento del 15,6% tra i mesi di marzo e di maggio;
  • un incremento del 7,4% tra i mesi di ottobre e di dicembre.

Oltretutto, per ogni singolo prelevamento agli sportelli automatici si è assistito ad una decisa crescita del taglio delle banconote prelevate, al punto che globalmente il numero dei prelievi effettuati presso gli sportelli automatici non è aumentato, ed al contrario osservando i dati europei risulta perfino diminuito di circa il 15,1% nell’anno.

In realtà quello che è accaduto è che sia gli italiani che gli europei si siano riforniti meno di frequente ma di quantità maggiori di contante nel corso della pandemia, mossi dall’insicurezza, e che poi in effetti hanno utilizzato poco il contante, preferendo conservarlo.

La domanda che ad oggi viene posta per la maggiore è se con l’avvenuta ripartenza questi grandi quantitativi di banconote a disposizione delle persone, verranno spese, sostenendo i consumi, oppure permarranno prudenzialmente come riserva nelle abitazioni. E’ evidente che con ogni probabilità le scelte dipenderanno anche dall’evoluzione della pandemia stessa.

Paolo Chiari
Commercialista – Revisore Contabile
paolo.chiari@studiochiari.com

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