I contributi previdenziali nel regime forfettario

Prima di entrare nel dettaglio dei contributi previdenziali nel regime forfettario facciamo un passo indietro. Di frequente i soggetti che si stanno preparando all’apertura della partita Iva si domandano:

  • quali sono le spese da dover sostenere;
  • quali sono le imposte ed i contributi previdenziali da dover versare.

Con questa informativa viene analizzato l’argomento relativo ai contributi previdenziali nel regime fiscale forfettario.

A chi devono essere versati i contributi previdenziali

Tutti i soggetti titolari di partita Iva hanno l’obbligo di avere un trattamento previdenziale e ciò sta a significare che, di conseguenza, sono tenuti a dover versare i relativi contributi previdenziali:

  • in linea di massima all’Inps;
  • alla Cassa Previdenziale Privata di appartenenza, nell’ipotesi di professionisti autonomi che sono iscritti a degli specifici Ordini Professionali, quali ad esempio i commercialisti, i notai, i medici, gli ingegneri, gli architetti, i geometri, avvocati, ecc..

L’ammontare dei contributi previdenziali da versare per ciascun anno cambia:

  • in relazione alla tipologia dell’attività esercitata;
  • in conseguenza dell’importo del reddito conseguito.

Possono essere identificate tre grandi specie di soggetti:

  • gli artigiani ed i commercianti;
  • i liberi professionisti che non hanno una Cassa di Previdenza Privata autonoma;
  • i liberi professionisti che hanno una Cassa di Previdenza Privata autonoma.

I contributi previdenziali per gli artigiani e per i commercianti

Gli artigiani possono essere definiti come i soggetti che esercitano in prima persona un’attività di produzione di beni e di servizi, possono essere considerati tali gli elettricisti, gli idraulici, i falegnami, i fabbri, i muratori.

I commercianti possono essere definiti come i soggetti che acquistano e vendono beni o attività di servizi, possono essere considerati tali i negozianti, i commissionari, gli agenti e rappresentanti di commercio, i procacciatori d’affari.

Gli artigiani risultano iscritti alla Gestione Inps Artigiani mentre i commercianti risultano iscritti alla Gestione Inps Commercianti.

Le modalità per il versamento dei contributi previdenziali per gli artigiani e per i commercianti sono quelle di seguito indicate:

  • versamento annuale di un importo minimo fisso indipendentemente dall’ammontare del reddito conseguito;
  • versamento variabile che viene conteggiato oltre un importo minimo di reddito.

L’ammontare dei contributi fissi per gli artigiani e per i commercianti

La quota relativa ai contributi minimi fissi per gli artigiani e per i commercianti deve essere versata senza eccezioni, indipendentemente dal reddito annuale conseguito.

Anche i soggetti che non hanno conseguito nessun reddito sono obbligati al versamento dei contributi minimi fissi, il cui importo viene fissato dall’Inps annualmente. 

Agevolazioni contributi previdenziali regime forfettario

La riduzione del 35% dell’ammontare dei contributi

Gli artigiani ed i commercianti che operano nel regime fiscale forfettario possono effettuare la richiesta, entro il termine del 28 febbraio di ogni anno, della riduzione del 35% dell’importo dei contributi previdenziali, sia minimi fissi che variabili, in tale circostanza, l’importo complessivo da versare corrisponde a circa 2.500,00 euro annui.

Il versamento dei contributi previdenziali minimi fissi deve essere effettuato in 4 rate annuali di pari importo, il giorno 16 dei mesi di maggio, di agosto, di novembre e di febbraio dell’anno successivo.

I contributi previdenziali variabili

Come detto in precedenza, i contributi previdenziali minimi fissi devono essere versati indipendentemente dall’importo del reddito conseguito.

Nella circostanza in cui il reddito superi i 15.953,00 euro, oltre ai contributi previdenziali minimi fissi, si devono effettuare i versamenti anche i contributi previdenziali variabili, i cosiddetti contributi eccedenti il minimale.

L’importo da dover versare viene conteggiato in percentuale alla parte eccedente, in particolare per il corrente anno, viene previsto come di seguito riportato:

  • il 24% per gli artigiani;
  • il 24,09% per i commercianti.

Nel caso in cui un soggetto in regime fiscale forfettario abbia effettuato la richiesta per la riduzione del 35% dei contributi previdenziali, la riduzione medesima avrà validità anche per quanto i contributi previdenziali variabili.

Alcuni esempi di calcolo dei contributi previdenziali dovuti

Soggetto artigiano titolare di partita Iva in regime fiscale forfettario con fatturato annuale di 38.000,00 euro e coefficiente di redditività del 40% (vedere tabella coefficienti di redditività):

  • 38.000,00 x 40% = 15.200,00 euro di reddito;
  • il soggetto ha l’obbligo del versamento dei soli contributi previdenziali minimi fissi, per un importo di circa 2.500,00 euro, nell’ipotesi di richiesta della riduzione del 35%.

Soggetto artigiano titolare di partita Iva in regime fiscale forfettario con fatturato annuale di 47.000,00 euro e coefficiente di redditività del 40%:

  • 47.000,00 x 40% = 18.800,00 euro di reddito;
  • il soggetto ha l’obbligo del versamento dei contributi previdenziali minimi fissi, per un importo di circa 2.500,00 euro, nell’ipotesi di richiesta della riduzione del 35%;
  • il soggetto ha in questo caso l’obbligo del versamento anche dei contributi previdenziali variabili conteggiati come di seguito:
  • 18.800,00 – 15.953,00 = 2.847,00 euro di imponibile;
  • 2.847,00 x 24% = 683,28 euro che con la riduzione del 35% generano un importo da versare di 444,13 euro.

Per i redditi superiori a 47.379,00 euro annui viene applicato un ulteriore aumento dell’1% in base a quanto disposto dall’art. 3-ter della Legge n. 438 del 14 novembre 1992.

I versamenti dei contributi previdenziali variabili devono essere effettuati entro i termini previsti per il pagamento delle imposte sui redditi delle persone fisiche.

Cassa contributi previdenza

I contributi previdenziali per i liberi professionisti senza cassa di previdenza

I liberi professionisti per i quali non esiste un apposito Albo e che, di conseguenza, non hanno una Cassa di Previdenza Privata autonoma, hanno l’obbligo dell’iscrizione alla Gestione Separata Inps.

I suddetti soggetti sono tenuti al versamento dei contributi previdenziali per un’aliquota complessiva del 25,72% del reddito conseguito.

Con l’iscrizione alla Gestione Separata non si ha l’obbligo del versamento dei contributi previdenziali minimi fissi e, di conseguenza, gli importi da versare vengono calcolati soltanto sul reddito conseguito e nell’ipotesi in cui questo sia pari a zero, non si dovranno versare i contributi.

In questo caso non sono previste agevolazioni contributive di nessun tipo e l’aliquota contributiva è uguale per tutti i soggetti, indipendentemente dal regime fiscale scelto.

Un esempio di calcolo dei contributi dovuti

Soggetto libero professionista titolare di partita Iva in regime fiscale forfettario con fatturato annuale di 28.000,00 euro e coefficiente di redditività del 78%:

  • 28.000,00 x 78% = 21.840,00 euro di reddito;
  • 21.840,00 x 25,72% = 5.617,25 euro di contributi previdenziali da versare.

I contributi previdenziali per i professionisti con cassa di previdenza

Taluni soggetti, quali ad esempio i commercialisti, i notai, i medici, gli ingegneri, gli architetti, i geometri, avvocati, ecc., allo scopo di poter esercitare la loro professione hanno l’obbligo di iscriversi ad un Albo Professionale ed alla relativa Cassa di Previdenza Privata autonoma.

I contributi previdenziali per i sopraindicati soggetti devono essere versati alla relativa Cassa di Previdenza Privata di appartenenza, in base alle specifiche regole contributive della Cassa di Previdenza stessa.

In linea di massima, le Casse Previdenziali Private prevedono differenti tipi di versamento:

  • il contributo minimo, che può subire variazioni in base all’età del soggetto oppure dagli anni decorsi dall’abilitazione, e deve essere versato indipendentemente dal reddito annuale conseguito;
  • il contributo in percentuale, che può subire variazioni in base al volume di affari del professionista e la cui percentuale, in linea di massima, può variare tra il 10% ed il 20% del reddito annuale conseguito;
  • il contributo integrativo, che per i professionisti deve essere obbligatoriamente inserito nelle fatture e contribuisce a finanziare in modo diretto la Cassa di Previdenza Privata e la cui percentuale può variare dal 2% al 5%, questa tipologia di contributi, anche se inserita nelle fatture, non ha rilevanza nel conteggio dell’imponibile per i professionisti.

Paolo Chiari
Commercialista – Revisore Contabile
paolo.chiari@studiochiari.com

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