I principali passaggi per aprire la partita Iva

La scelta di procedere all’apertura della partita Iva è alla base di molti e svariati contesti:

  • la necessità collegata all’iscrizione all’Albo ed all’inizio dell’esercizio della professione;
  • l’aspirazione di essere un libero professionista o un lavoratore autonomo;
  • il desiderio di iniziare il proprio business o la propria startup.

Tuttavia l’apertura della partita Iva è un’operazione che può creare delle preoccupazioni in alcune persone:

  • un po’ per i possibili rischi imprenditoriali;
  • un po’ per la preoccupazione della pressione fiscale;
  • un po’ per l’apprensione per gli adempimenti;
  • un po’ per la convinzione che si tratti di un’operazione complessa;
  • un po’ per le possibili insidie che potrebbero presentarsi.

Effettivamente le procedure per l’apertura della partita Iva richiedono di prestare attenzione, però attraverso il supporto di professionisti competenti, possono essere espletate in modo veloce ed in sicurezza.

Il consiglio è quello di procedere alla raccolta di informazioni che siano il più possibile chiare e precise, per evitare di creare caos.

Nel prosieguo vengono illustrati i principali passaggi da seguire per procedere all’apertura della partita Iva, senza la preoccupazione di incorrere in errori e sanzioni, spiegando anche gli aspetti connessi alle imposte sui redditi ed ai contributi previdenziali.

Il passaggio dalla prestazione occasionale alla partita Iva

Di frequente prima di effettuare l’apertura della partita Iva, una rilevante parte deilavoratori autonomi procedono all’utilizzo di un percorso più rapido e più semplice.

Si parla della cosiddetta prestazione occasionale che prevede:

  • l’emissione di una semplice ricevuta;
  • l’applicazione di una ritenuta d’acconto pari al 20% del compenso lordo.

Attraverso l’utilizzo della prestazione occasionale è possibile effettuare una prova per accedere all’ambiente del lavoro autonomo senza dover necessariamente procedere all’apertura della partita Iva, anche se si tratta, di fatto, di una procedura che risulta essere molto limitata e che non può essere utilizzata per tutte le attività.

Mentre esiste la possibilità di poter fare ricorso all’utilizzazione della prestazione occasionale per lo svolgimento di attività quali il redattore pubblicitario oppure l’ottimizzatore per i motori di ricerca, non è, invece, possibile poter utilizzare la prestazione occasionale per lo svolgimento di attività quali l’estetista oppure l’artigiano.

Perché una prestazione occasionale possa essere realmente ritenuta come tale, è indispensabile che si tratti di una collaborazione limitata nel tempo e non continuativa.

Di conseguenza, nel caso in cui l’attività non abbia più il requisito dell’occasionalità e si modifichi in un lavoro abituale, a quel punto diviene obbligatorio procedere all’apertura della partita Iva,  indipendentemente dal reddito incassato.

Aprire partita iva

Le procedure per l’apertura della partita Iva

I tempi relativi alle procedure per l’apertura della partita Iva sono brevi:

  • per quanto riguarda un libero professionista necessitano abitualmente meno di 24 ore, e non vi sono ulteriori spese;
  • per quanto riguarda una ditta individuale necessitano abitualmente dai 10 ai 15 giorni.

I tempi per l’apertura di una ditta individuale sono maggiori in quanto è necessario effettuare, attraverso la procedura ComUnica, anche l’iscrizione al Registro delle Imprese, ed eventualmente ad altre sezioni speciali presso la Camera di Commercio, e di frequente è anche necessario presentare la Segnalazione Certificata di Inizio Attività.

Sono soggette alla presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività le seguenti attività economiche:

  • commerciali, quali ad esempio attività di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti), bed and breakfast, commercio al dettaglio, commercio on line;
  • produttive e artigianali;
  • turistiche;
  • agricole.

Le procedure per l’apertura della partita Iva sono operazioni abbastanza semplici che vengono effettuate direttamente online.

I passaggi basilari sono sostanzialmente tre e si riferiscono alle opzioni che potranno andare a condizionare lo svolgimento dell’attività anche nei periodi successivi.

1. I requisiti per l’apertura della partita Iva e la scelta del regime fiscale

Per coloro che si stanno accingendo all’apertura della partita Iva e rispettano i requisiti stabiliti, c’è l’opportunità di potersi avvalere di un regime fiscale agevolato, si tratta del regime forfettario introdotto dalla Legge n. 190 del 23 dicembre 2014 (Legge di Stabilità 2015) ed in seguito assoggettato a modificazioni e riforme.

Tale particolare regime fiscale consente di avere un risparmio sulle imposte sui redditi e sui contributi previdenziali e di conseguenza è molto favorevole.

Possono avere accesso al regime fiscale forfettario le partite Iva individuali che hanno un fatturato annuo inferiore a 65.000,00 euro e che sono in possesso dei requisiti richiesti.

Il regime fiscale forfettario prevede la possibilità della deduzione dei costi a forfait applicando una percentuale ai ricavi conseguiti, il cosiddetto “coefficiente di redditività”, che cambia in base al Codice ATECO di riferimento.

Deducendo i costi conteggiati in modo forfettario e successivamente gli eventuali contributi previdenziali versati viene determinato il reddito imponibile e su questo importo deve essere calcolata l’imposta sostitutiva del 15% oppure del 5%.

Per i soggetti che sono in possesso dei requisiti per poter avere accesso al regime fiscale forfettario, è prevista l’applicazione di un’imposta sostitutiva unica del 15%.

Comunque, per i soggetti che aprono per la prima volta la partita Iva l’imposta sostitutiva unica scende al 5% per i primi 5 anni di attività.

Però, per poter usufruire di questa importante e vantaggiosa possibilità è indispensabile che la startup non sia un puro proseguimento di attività già esercitate in precedenza, sia in modo dipendente che autonomo, con la sola esclusione dei periodi di praticantato obbligatorio per avere l’accesso alle arti o alle professioni.

Oltre a ciò, il soggetto non deve aver svolto un’attività artistica, professionale oppure d’impresa nei 3 anni precedenti all’inizio dell’attività.

Nel caso in cui non sia possibile avere l’accesso al regime fiscale forfettario, si deve decidere per l’apertura della partita Iva in regime fiscale ordinario assoggettata a:

  • Irpef;
  • addizionale regionale;
  • addizionale comunale;
  • Irap, se ne ricorrono i presupporti;
  • Iva.
Regimi fiscali IVA

2. La scelta del Codice Ateco

Il codice ATECO (ATtività ECOnomica) è una combinazione alfanumerica per contrassegnare le varie e singole attività economiche, lo stesso deve essere indicato al momento dell’apertura della partita Iva.

L’opzione per il codice ATECO adeguato è sostanziale dal momento che, come riportato nel punto precedente, dallo stesso, è collegato il coefficiente di redditività per i soggetti che effettuano l’accesso al regime fiscale forfettario nonché l’esatta gestione previdenziale alla quale effettuare l’iscrizione.

3. La scelta dell’iscrizione alla Cassa di Previdenza Privata oppure all’Inps

Il terzo passaggio si riferisce all’iscrizione alla gestione previdenziale adeguata ed è un passaggio sostanziale dal momento che da questa opzione hanno origine i contributi previdenziali da dover versare con la partita Iva.

Per quanto riguarda le attività che sono riservate solamente a quei professionisti che hanno superato un esame di abilitazione e/o che risultano iscritti ad un apposito Ordine oppure Albo Professionale, quali a titolo di esempio Commercialisti, Ingegneri, Geometri, Consulenti del Lavoro, Medici, Notai, Avvocati, ecc., esiste una specifica Cassa di Previdenza.

Ciò vale a dire che, al momento di versare i contributi previdenziali, occorrerà osservare le regole e le aliquote indicate da parte della Cassa di Previdenza.

Per tutte le altre attività è necessario effettuare l’iscrizione all’Inps, prestando attenzione che i contributi dovuti variano in base all’attività esercitata.

Nello specifico, per quanto riguarda le ditte individuali è necessario effettuare l’iscrizione alla Gestione Ivs Artigiani oppure alla Gestione Ivs Commercianti dell’Inps, mentre per i professionisti che non hanno una specifica Cassa di Previdenza è necessario effettuare l’iscrizione alla Gestione Separata Inps.

Partita Iva e iscrizione Inps per le ditte individuali

I titolari delle ditte individuali sono obbligati ad effettuare l’iscrizione all’Inps alla Gestione Ivs  Artigiani oppure alla Gestione Ivs  Commercianti, effettuando i versamenti dei contributi fissi sul minimale e degli eventuali conguagli calcolati in base al reddito dichiarato.

Per i soggetti che avviano l’esercizio di un’attività artigianale oppure commerciale facendo accesso alregime fiscale forfettario, la Legge di Stabilità 2016ha introdotto una riduzione contributiva del 35% dei contributi fissi Inps da versare alla Gestione Ivs Artigiani oppure alla Gestione Ivs Commercianti.

Partita Iva e iscrizione Inps per i professionisti senza Cassa di Previdenza

I professionisti che non hanno obbligo di iscriversi in appositi Ordini o Albi Professionali e che non hanno una specifica Cassa di Previdenza, quali a titolo di esempio freelance, consulenti d’impresa, consulenti informatici, e in ogni caso tutti gli altri professionisti senza Albo, sono obbligati ad effettuare l’iscrizione all’Inps Gestione Separata ed al versamento dei contributi relativi. Per i professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps, i contributi vengono conteggiati sul reddito imponibile e non sono previsti dei minimali.


Paolo Chiari
Commercialista – Revisore Contabile
paolo.chiari@studiochiari.com

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